In vista delle elezioni amministrative di maggio, la Fondazione Durante e Dopo di Noi di Reggio Emilia con le associazioni DarVoce, Emmaus, Face, Gis, Sostegno e Zucchero e Valore Aggiunto ha inviato una lettera aperta ai 34 candidati sindaci dei Comuni presenti nella provincia di Reggio Emilia. A loro si chiede un’assunzione di responsabilità per dare impulso all’attuazione concreta degli accordi di programma per i servizi rivolti alla popolazione con disabilità.
Ai candidati sindaci dei Comuni al voto
della provincia di Reggio Emilia
Vista la dichiarazione ONU del 2006 recepita dal governo italiano nel 2013
Vista la Legge 112/2016 sul “Dopo di noi”
Visti i poteri che la legge attribuisce ai sindaci
Visto l’aumento in questi ultimi anni del numero delle persone con disabilità e la fragilità dei loro nuclei familiari
Apprezzando l’attenzione e la sensibilità delle istituzioni della provincia reggiana nel creare servizi e occasioni di inclusione sul territorio per migliorare la loro condizione di vita e quella delle loro famiglie
Noi, presidenti della Fondazione Durante e Dopo di Noi di Reggio Emilia e delle seguenti associazioni di volontariato socie della Fondazione DarVoce, Emmaus, Face, GIS, Sostegno e Zucchero, Valore aggiunto, consapevoli che la qualità di un’amministrazione si misura dalla qualità dei servizi e delle opportunità rivolte alle persone più fragili e del fatto che il tema della disabilità non ha colore politico di appartenenza
chiediamo
ai candidati sindaci dei Comuni della provincia di Reggio Emilia in cui si svolgeranno le elezioni amministrative nel maggio del 2019, un’assunzione esplicita di responsabilità finalizzata a dare impulso all’attuazione concreta degli accordi di programma per i servizi rivolti alla popolazione disabile (in particolare per la costruzione di un nuovo modello di valutazione sociosanitaria integrata (UVH) e ad impegnarsi realizzare nei loro territori un nuovo e più funzionale approccio integrato socio sanitario che sia in grado di:
- Garantire in tutto il ciclo di vita accompagnamento e coinvolgimento della famiglia e condivisione degli orientamenti, in particolare sui processi di autonomia e sulle tecniche di comunicazione (come per esempio la CAA Comunicazione aumentativa).
- Sostenere la famiglia e la persona con disabilità promuovendo e sostenendo la accessibilità e la fruibilità dei servizi già esistenti.
- Costruire nuove modalità di accesso e nuovi servizi pubblici e pubblico-privati che rispondano meglio ai nuovi bisogni, magari ottimizzando e facendo sinergia con i presidi territoriali (Case della salute in primis) e con tutte le risorse formali e informali del territorio, per un nuovo ruolo della cooperazione sociale nei processi di innovazione del sistema stesso.
- Incentivare le occasioni di formazione sulla legislazione vigente e creare punti di ascolto/informazione su esigenze specifiche e di conoscenza delle opportunità presenti a vario livello.
- Creare percorsi individualizzati o di gruppo, finalizzati all’uscita serena e graduale dalla famiglia in prospettiva del venir meno del sostegno genitoriale.
- collaborare con le fondazioni del “Dopo di noi” nell’attivazione di progetti di vita e residenzialità innovativa, strettamente connessi con il territorio attraverso l’attivazione di strumenti che facilitano la continuità dei percorsi e lo scambio delle informazioni (es. passaporto).
- Sostenere l’azione di sussidiarietà svolta dalle associazioni del territorio in collaborazione con i servizi, valorizzare il loro ruolo di ricerca di buone pratiche inclusive, incentivare la loro la partecipazione ai tavoli decisionali.
- Attivare confronti con la Regione per monitorare e approfondire possibilità di miglioramento della legge 14 (e dei decreti attuativi della legge 112/2016), a partire dalla consapevolezza civile e civica che sta alla base della legge stessa che intende affrontare il tema della disabilità in un contesto ampio, andando quindi oltre ai soli bisogni sanitari e assistenziali.